Intervista al Presidente Assoferr, Armando de Girolamo

Armando de Girolamo (Assoferr): logistica ha un ruolo determinante. Puntare alla collaborazione e al coinvolgimento dei vari soggetti

 

Armando de Girolamo (Assoferr): La logistica è in crisi? Oggi è tempo di costruire, non di guardare al passato

 

La logistica italiana è in crisi? Alcuni dati sembrano indicarlo, e i giornali rilanciano gli allarmi. Il primo elemento da sottolineare è che si tratta comunque di una crisi di crescita: c’è fame di logistica, e la crisi interviene perché l’offerta non sarebbe in grado di rispondere alla domanda, anche se in realtà quest’ultima è influenzata da fattori largamente imprevedibili, a partire da pandemia e guerra in Ucraina. Scoprire ora le falle di un sistema dove non si è programmato alcunché o si è programmato molto poco, appare illogico e forse anche ingiusto. La realtà è che la logistica non è mai apparsa così importante, non a caso ha trovato uno spazio fondamentale nel Piano nazionale di Ripresa e Resilienza: si punta sugli investimenti, si lavora a progetti in un’ottica di sistema e con un definito orizzonte strategico. E’ una svolta rispetto al passato, anche se il passato continua con tutte le sue scelte o le sue non-scelte, così come avvenuto nel settore energetico o in altri settori. Un’altra realtà è che la logistica, pur con tutte le sue inefficienze (ben note a tutti), ci ha abituati fin troppo bene, garantendo ad esempio la fornitura di beni e servizi anche nei periodi più duri di lockdown: ed è forse naturale che crei sconcerto la difficoltà a trovare soluzioni alternative per trasportare un bene primario come il grano, quando i problemi sono molto più complessivi e riguardano l’organizzazione dei trasporti navali, i ritardi in campo ferroviario, una logistica che – in fondo – ha obbedito poco alla radice del suo etimo, e non ha seguito uno sviluppo secondo “logica”. Su queste e su altre problematiche, diventate più o meno d’attualità e all’attenzione dei media, Mobility Press ha sentito l’opinione di un protagonista del settore ferroviario, Armando de Girolamo, nuovo presidente di ASSOFERR, l’associazione degli operatori ferroviari e intermodali, e protagonista a sua volta sul campo, con un impegno imprenditoriale che dura da una vita, e proiettato allo sviluppo di una capacità logistica e intermodale nel Mezzogiorno, in un Paese che nello specifico settore continua a scontare una forte differenziazione tra Nord e Sud.

 

C’è la crisi della logistica in Italia, e – in particolare– del trasporto ferroviario?

 

E’ impossibile rispondere a questa domanda senza svolgere un ragionamento, che parte inevitabilmente da lontano. Se si sottolineano le situazioni di criticità che possono riguardare la logistica in Italia, e in particolare il trasporto ferroviario, di fronte ad eventi pur eccezionali, non andrebbe dimenticato che queste situazioni sono la conseguenza di una mancanza di programmazione e della mancata soluzione di problematiche che sono ben note non da ieri, ma dall’altro ieri. Che la nostra infrastruttura ferroviaria risulti obsoleta in particolare per quanto riguarda il trasporto merci non è una scoperta dell’oggi, il Paese ha concentrato tutti i suoi sforzi nello sviluppo dell’Alta velocità, e sappiamo – invece – di scontare gravi ritardi per quanto riguarda la possibile circolazione di treni a standard europeo (cioè lunghi 750 metri, con capacità fino a 2.000 tonnellate, peso assiale e dimensioni per il trasporto di semirimorchi e grandi container), o – in generale – un adeguato livello di sviluppo dell’intermodalità o del trasporto su rotaia. Sono anni che Assoferr e le altre associazioni conducono battaglie perché si assuma consapevolezza di queste questioni: queste crisi che nascono in situazioni eccezionali e in circostanze in parte completamente imprevedibili, hanno fatto esplodere in maniera decisamente eclatante contraddizioni già esistenti nel sistema, e – bisogna dire – non limitate solo al settore dei trasporti e della logistica. Si tratta, quindi, di operare le dovute distinzioni, ed evitare critiche distruttive che rischiano di buttare via il bambino con l’acqua sporca.

 

Di quali errori paghiamo, in particolare, le conseguenze?

 

Fare l’elenco, in fondo, sarebbe persino inutile. Il problema è anche culturale: si parla – cioè - di trasporto ferroviario, automobilistico, navale, aereo, quasi che ognuno possa andare per proprio conto e non tener conto delle profonde interdipendenze tra l’uno e l’altro, o del fatto che la logistica occupa un ruolo sempre più determinante nella stessa produzione industriale. Sui giornali si legge di industriali costretti a rifiutare le commesse perché non si riesce a garantire le condizioni di trasporto, è sicuramente da fare un salto (anche culturale, appunto) per superare la logica dell’affidamento esclusivo dal “franco fabbrica” al franco destino. Un altro esempio potrebbe essere la mancanza degli autisti nell’autotrasporto, un altro problema di cui si ha conoscenza non da ieri, ma dall’altro ieri. E’ stato fatto qualcosa per risolverlo, per guardare dentro la crisi di una professione dove tutti hanno sempre puntato a far valere solo la legge del più forte? Anche nella gare pubbliche – per fare un esempio – si è puntato per un certo periodo a far prevalere la logica del massimo ribasso, salvo poi scoprire che il vantaggio temporaneo in termini di minor costo non si rivelava quasi mai un buon investimento.

 

C’è invece una soluzione?

 

Puntare alla collaborazione e al coinvolgimento dei vari soggetti in progetti di investimento e di nuovo lavoro. Rappresento Assoferr ed ho una certa ritrosia a riferirmi all’esperienza della mia azienda, la Lotras: però, il servizio di autostrada viaggiante tra Brindisi e Forlì che abbiamo inaugurato con successo (e che presto replicheremo su Torino e il Friuli) è nato soprattutto attraverso il dialogo con gli autotrasportatori, in particolare quei “padroncini” che in Italia rappresentano ancora un buon numero (tra diciottomila e ventimila) di lavoratori, e che hanno bisogno innanzitutto di garanzie di continuare a lavorare. Ma adesso non sono loro ma il treno a compiere il tragitto di 700 chilometri nelle ore notturne, mentre i camion intervengono solo nelle fasi terminali al mattino e al pomeriggio, garantendo al camionista la possibilità di effettuare altri viaggi nella giornata e guadagnare semmai di più. Oltre e non meno una qualità della vita assolutamente più accettabile.

 

Collaborazione e non contrapposizione rientrano tra i principi ispiratori di Assoferr?

 

Direi quasi statuariamente ne è una dimostrazione la recente adesione di Assoferr a Conftrasporto, per indicare proprio che la giusta strada è nelle sinergie e nella ricerca delle soluzioni comuni. In tutte le proposte che Assoferr presenta ai vari tavoli o in occasioni come il Forum internazionale di Pietrarsa, Assoferr punta a coinvolgere tutti i soggetti in progetti nel segno della condivisione e di un orizzonte comune di sviluppo complessivo dell’intero Paese, superando particolarismi e steccati. La svolta culturale è già pensare alla logistica nel suo complesso, e operare le relative scelte in una logica di sistema, come in parte sta avvenendo.

 

Ci sono segnali positivi di una svolta?

 

Va riconosciuto che il lavoro del ministro Giovannini, e della sua squadra, per dare un orizzonte strategico di programmazione e una cornice in cui inserire tutti gli investimenti e gli interventi programmati corrisponde a quanto più volte indicato da Assoferr, e rappresenta un percorso che molti di noi hanno visto molto ben applicato all’estero. Quando noi operatori veniamo chiamati fuori d’Italia e siamo coinvolti in un progetto per una nuova realizzazione, ci troviamo di fronte ad un lavoro cominciato semmai alcuni anni prima, e dove ognuno è chiamato a giocare un ruolo, in cui poi dovrà rendere il meglio, ma partecipando ad un impegno comune.

 

Esempi positivi di progetti di finalizzazione logistica esistono anche in Italia

 

Certamente è da sottolineare come il progetto della Barilla che per trasportare esclusivamente via treno il suo carico di cereali rappresenti un esempio di che cosa vuol dire una nuova organizzazione logistica che sfrutta pienamente la multi modalità e i vantaggi della ferrovia. La Barilla ha anticipato una svolta che oggi viene riconosciuta e che dovrebbe essere seguita dalle maggiori imprese, ma per realizzare il progetto sono occorsi i suoi tempi e investimenti da una parte e dall’altra. Lode alla Barilla, ma lode anche a noi operatori ferroviari che – per non perdere un chicco del prezioso grano nelle operazioni di carico – abbiamo investito quasi tutte le nostre risorse in mezzi e strutture a lungo ammortamento. Ma per costruire il futuro occorre impegnarsi anche in sfide coraggiose.

 

Gli investimenti in infrastrutture o nel cosiddetto “hardware” richiedono i propri tempi, ma oggi nel campo della tecnologia o del “software” è possibile operare sin da subito.

 

Per fortuna gli esempi positivi non mancano. Ci sono porti, interporti o centri intermodali che hanno investito nella digitalizzazione dei processi con enormi vantaggi in termini di razionalizzazione e velocizzazione delle operazioni che significano anche vantaggi in termini di sicurezza, sostenibilità, ritorno economico. In genere è il primo passo per lo sviluppo dell’intermodalità, che a sua volta così diventa maggiormente competitiva: un singolo treno trasporta l’equivalente di circa 40 camion, assicura affidabilità all’intero processo, ed è inutile sottolineare cosa ciò significhi in termini di sicurezza, o di sostenibilità o di beneficio economico complessivo.

 

Sono le battaglie su cui è impegnata Assoferr.

 

Io in tutta la mia attività mi sono sempre ispirato al principio di “realtà e lealtà”, e agli stessi principi ritengo debba ispirarsi Assoferr. Il collegamento con la realtà è necessario perché sono inutili le fughe in avanti, le critiche solamente distruttive o le dichiarazioni per conquistare qualche titolo di giornale, perché i progressi sono lenti e frutto di un’attività quotidiana, da esercitare semmai con pazienza. Nel frattempo, serve lealtà per tener fede agli impegni di ciò che si vuole costruire: un impegno di lealtà che deve riguardare tanto il soggetto pubblico che il soggetto privato. Oggi lamentiamo semmai la carenza di una determinata infrastruttura, ma dimentichiamo quante volte alle promesse di una realizzazione di una determinata opera, non sono poi seguiti i fatti e chi aveva programmato degli investimenti ha dovuto fare marcia indietro. Con il PNRR sembriamo entrati finalmente in una dimensione ed un contesto europeo anche per questo versante, e tocca ora ad ognuno fare la propria parte. La certezza è che Assoferr giocherà sempre un ruolo proattivo, lo sviluppo della logistica e della intermodalità ferroviaria era e resterà una priorità dell’associazione e di tutti gli operatori coinvolti.

 

Antonio D’Angelo